È utile prepararsi in modo corretto agli esami del sangue al fine di assicurare una certa accuratezza diagnostica alle analisi. Ovviamente le regole da seguire variano a seconda della tipologia dei parametri da misurare, ma esistono delle indicazioni generali che è importante tenere in considerazione per evitare di alterare i risultati di un prelievo ematico.
ALIMENTAZIONE
Nella maggior parte dei casi è necessario sottoporsi agli esami del sangue dopo un periodo di digiuno, che può variare tra le 8 e le 14 ore. Anche il consumo di acqua non deve essere eccessivo per evitare la diluizione delle sostante circolanti e mantenerne una certa concentrazione. Nei giorni precedenti è opportuno seguire la propria dieta abituale, limitando però l’apporto di grassi e zuccheri semplici, nel caso in cui si debbano rilevare trigliceridemia e glicemia. Anche mangiare tanta carne può risultare problematico, causando un rialzo di azotemia e creatininemia. Caffè, bevande alcoliche o contenenti zuccheri possono rendere inattendibili i risultati, così come il fumo, per cui si raccomanda di non fumare nelle ore precedenti al prelievo.
ATTIVITÀ FISICA
È preferibile limitare gli sforzi fisici intensi, soprattutto il giorno precedente al prelievo, poiché alcune attività, come per esempio la corsa, potrebbero alterare gli analiti.
Anche attività rilassanti come la sauna o il bagno turco possono determinare delle variazioni dei risultati, relative all’emoconcentrazione. Inoltre, in caso di sudorazione abbandonate è bene reintegrare i liquidi perduti.
ASSUNZIONE DI FARMACI
In determinati casi, e ovviamente previa consultazione medica, può essere opportuno sospendere eventuali cure farmacologiche prima di sottoporsi alle analisi del sangue. Per esempio alcuni integratori possono interferire con l’esito dell’esame, soprattutto se a base di ferro, creatina o vitamine.
Anche alcune condizioni particolari, sia di carattere fisico come febbre, vomito o diarrea, o di carattere nervoso come ansia o stress, possono influire negativamente sui parametri ematici. È importante dunque comunicare eventuali stati anormali all’infermiere prima del prelievo. Alti livelli di stress possono innalzare la pressione sanguigna, riducendo il calibro delle vene e complicando la procedura. Febbre o infezioni possono infatti alterare la glicemia o il cortisolo, mentre lo stress emozionale agisce sulla conta leucocitaria, sui livelli di ferro e può innalzare i livelli di adrenalina.
È dunque fondamentale non sottovalutare l’importanza di alcune precauzioni dietetiche e comportamentali che assicurano la buona riuscita degli esami del sangue e la precisione dei risultati.