Prendersi cura della tiroide mediante l’alimentazione
Una delle condizioni che si verifica piuttosto di frequente in alcuni soggetti è l’ipotiroidismo, ovvero una condizione nella quale gli ormoni prodotti dalla tiroide producono un’azione insufficiente sui vari tessuti, comportando un rallentamento generale delle funzioni metaboliche. Questa condizione può essere diagnosticata mediante esami specialistici, effettuabili anche presso il laboratorio di analisi Interlab di Palermo, presso il quale è possibile effettuare fino a 400 differenti tipi di test diagnostici, di cui molti ad alta specializzazione, tra i quali figura appunto quello relativo alla tiroide.
L’alimentazione e la tiroide
Un metodo per contrastare in parte l’ipotiroidismo, è quello di prestare particolare attenzione all’alimentazione. Partendo dal presupposto che una dieta varia ed equilibrata sia alla base di una buona salute generale, ci sono alcuni alimenti che, se assunti di frequente ma senza esagerare, giocano un ruolo importante nel contrastare l’ipotiroidismo. Nello specifico, l’ipotiroidismo può essere associato ad una carenza di zinco e selenio, le quali carenze portano ad una ghiandola tiroidea pigra. In quest’ottica, dunque alimenti ricchi di zinco e selenio sono un’ottima scelta. Tra questi, senza dubbio sono la scelta migliore il pesce e le verdure.
Alimenti che portano benefici alla tiroide
Analizziamo più nello specifico quali alimenti comportano dei benefici sulla funzionalità della tiroide.
Come detto, il pesce gioca un ruolo fondamentale. Tra tutta la scelta ittica possibile, i più consigliati sono senza dubbio salmone, sardine, trota e tonno. La loro predilezione è da associare alla presenza in buone quantità di acidi grassi Omega-3 nella loro parte grassa. Gli Omega-3 sono da sempre riconosciuti come un ottimo alleato al contrasto del colesterolo cattvi (LDL). Sono utili anche nel tenere sotto controllo i valori della tiroide in quanto, se alterati, questi possono aumentare il rischio di malattie cardiache proprio per l’aumentare nel sangue del colesterolo LDL. Oltre a questo, il pesce fornisce naturalmente alti contenuti di selenio, che come abbiamo detto sono utili per il corretto funzionamento della tiroide.
Sempre per l’alta concentrazione di selenio, sono particolarmente indicate le patate. Mentre, sarebbero da evitare assolutamente i broccoli ed il cavolo, dato che possono bloccare l’assunzione di iodio, fondamentale per la tiroide. A tal proposito, le alghe sono una ricchissima fonte di iodio (oltre che di vitamine, fibre e calcio), e, come tali, sono particolarmente indicate nella dieta per il corretto funzionamento tiroideo. Lo iodio svolge un ruolo fondamentale poiché è direttamente coinvolto nella formazione dell’ormone tiroideo. Data la loro particolarità, suggeriamo di assumere le alghe sotto forma di insalata, zuppa o anche di sushi, tanto in voga oggigiorno.
Anche i fagioli sono particolamentei indicati per il corretto funzionamento della tiroide, specialmente nel contrastare uno degli effetti collaterali della sua disfunzione, ovvero la stitichezza. Per la stessa motivazione sono indicati anche i cibi integrali come pasta e riso.
Altro alimento che può sortire un valido effetto nel mantenimento dei valori ideali tiroidei è il latte. Secondo alcuni studi, infatti, la carenza di vitamina D sarebbe strettamente correlata con la malattia di Hashimoto, la quale è riconosciuta come la principale causa di ipotiroidismo. Dunque, bere latte, possibilmente arricchito di vitamina D, oltre alle sue già alte concentrazioni di calcio, iodio e proteine, giocano un ruolo determinante nel corretto funzionamento della tiroide e del loro rilascio ormonale.
Infine, sempre relativamente alla già fondamentale assunzione di selenio nella gestione della funzionalità tiroidea, è consigliata l’assunzione di noci e nocciole. Ottime utilizzate per arricchire dolci o insalate, contengono al loro interno altissimi valori di selenio. Relativamente alla loro assunzione, il dosaggio ideale sarebbe di circa una manciata per tutti i tipi di noci, ad esclusione della varietà brasiliana (o noce amazzonica o sprenciolo), della quale bastano già due sole noci.