Si è sempre più diffuso un particolare fenomeno nell’ultimo anno e mezzo e che riguarda tutti quei pazienti che hanno contratto il virus Covid-19 per poi essere guariti. Queste persone, dopo la guarigione, hanno riscontrato diverse tipologie di problematiche di salute, anche dopo molti mesi. Solitamente, chi è stato colpito dal virus riesce a riprendersi, completamente, in poco più di due mesi. Alcuni di quelli che, invece, hanno continuato ad avere dei disturbi dopo la negativizzazione, hanno riscontrato dei problemi così gravi da non poter condurre più una vita normale e serena. Questa particolare situazione è stata identificata con il termine inglese Long Covid e serve a racchiudere tutti i disturbi e le problematiche cliniche che rimangono nella persona dopo la guarigione dal virus. Si tratta quindi di una vera e propria malattia che può provocare ulteriori complicazioni di salute.
Quindi il Long Covid può indebolire una persona da diversi punti di vista e la durata dei sintomi non è collegata alla gravità e all’intensità del periodo di malattia. Infatti, anche chi ha avuto il Covid-19 con sintomi leggeri può riscontrare problematiche successive per un lungo periodo.
Si devono, però, fare le dovute distinzioni che riguardano i sintomi che si presentano a causa della malattia. Infatti, se questi sintomi avvengono anche dopo la dodicesima settimana, il Covid-19 viene definito cronico o, per l’appunto, Long Covid.
Quindi, è fondamentale riconoscere in modo rapido gli effetti che si possono avere nel lungo tempo. Questo è possibile tramite il monitoraggio dei medici che devono porre attenzione ai pazienti che hanno contratto il virus e verificare se questi presentano dei sintomi o delle problematiche anche dopo essersi negativizzati.
I principali disturbi e sintomi del Long Covid
Vediamo, adesso, quali sono i disturbi più comuni che riguardano il Long Covid. Innanzitutto, bisogna premettere che questi possono essere generati da: un danneggiamento diretto a livello degli organi causato dal virus; problematiche al sistema nervoso; risposta irregolare del sistema immunitario che cercando di voler debellare il virus genera una sorta di autoimmunità che porta all’attacco, non voluto, di organi e tessuti che vengono, così, compromessi.
I principali sintomi del Long Covid possono intaccare tanti organi. Non si è certi se attribuirli al virus o allo stress dovuto all’infezione.
Quelli più comuni sono sicuramente la stanchezza, l’alterazione di gusto e olfatto che vengono completamente persi. Inoltre, molte persone sono colpiti da problematiche a livello di memoria e concentrazione, condizioni che si generano solitamente dopo un’infezione.
Ancora più difficile la situazione di chi è affetto da malattie croniche e presenta anche i sintomi da Long Covid come: mal di testa, vertigini, dolore ai muscoli, problematiche ai reni, etc.
Diagnosi e cura
Quando si riscontrano dei sintomi anche dopo più di due mesi dalla data di tampone negativo, in questo caso è consigliato contattare il proprio medico generale che effettuerà una diagnosi per constatare se si tratta di Long Covid. In quest’ultimo caso, il medico si occuperà di prescrivere dei precisi esami che avranno l’obiettivo di fare un check-up dello stato psicologico del paziente e verificare il corretto funzionamento dei vari organi, soprattutto i polmoni e il cuore.
Non ci sono ancora disponibili delle terapie specifiche che possano risolvere le problematiche che si generano con il Long Covid. Purtroppo, infatti, il paziente deve imparare a sopportare i vari sintomi, in attesa della loro scomparsa. Naturalmente, si deve fare di tutto per poter alleviare questi sintomi andando a capire le cause per poi studiare soluzione ad hoc per ogni tipologia di paziente.
Tra le possibili attività della terapia ci sono: esercizi riabilitativi; alimentazione specifica per il recupero di peso e massa muscolare o per la perdita di peso; assistenza psicologica.
Per maggiori informazioni riguardo l’argomento si può consultare il sito https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/long-covid-i-disturbi-piu-frequenti-che-rimangono-nel-tempo