L’intolleranza al lattosio presenta sintomi ben precisi ed equivale all’incapacità presente in alcuni individui di digerire lo zucchero del latte, con conseguenti sintomi gastrointestinali (quali, ad esempio, meteorismo, crampi e diarrea).
I Breath test (o test del respiro) sono utilizzati da molti anni per le diagnosi di patologie gastro-intestinali e risultano essere estremamente validi anche per quel che concerne l’indagine dell’intolleranza al lattosio. Questa tipologia di test non è invasiva ed è estremamente efficace.
Si esegue mediante la raccolta di aria espirata, dopo aver bevuto una soluzione contenente sostanze diverse a seconda del Breath test desiderato. Il Breath Test è il miglior mezzo, non invasivo ed economico, per indagare la capacità di digerire il lattosio. Il metodo consiste nel far soffiare il paziente in un beccuccio posizionato su un apposito strumento, chiamato gas-cromatografo; oppure facendo riempire al paziente, sempre espirando, una sacca apposita collegata allo strumento di misura.
Successivamente, il paziente deve assumere uno specifico quantitativo di lattosio (da 20g a 50g per gli adulti; nei bambini circa 15g, 1g per kg) e soffiare nuovamente per le 4 ore successive ad intervalli regolari di 30 minuti. Lo strumento analizzerà la composizione del respiro per verificare se è stato prodotto e in quale misura idrogeno (H2). Un incremento della produzione di questo gas maggiore di 20 parti per milione rispetto al valore basale, indica che il soggetto è intollerante al lattosio stesso.
Il giorno antecedente non sono ammessi latte, lattici di origine animale, ma anche prodotti alimentari che possono contenere lattosio. La sera prima del test, il paziente deve mangiare esclusivamente riso in bianco, prosciutto crudo o bistecca ai ferri. Come condimento sono ammessi solo l’olio e il sale. Vanno evitati il burro e la margarina, le bevande alcoliche e gassate.