Con la definizione tiroide autoimmune ci si riferisce solitamente a un insieme di patologie infiammatorie, che riguardano la ghiandola tiroidea.
L’infiammazione è causata da una risposta immunitaria anomala: riconoscendo la tiroide come corpo estraneo, le nostre difese immunitarie producono anticorpi che attaccano la ghiandola. Si tratta di patologie croniche, che possono essere facilmente controllate, garantendo un normale stile di vita. Approfondiamo le singole patologie.
TIROIDITE DI HASHIMOTO
Tra le forme più diffuse, tanto che l’espressione generica tiroide autoimmune identifica spesso il morbo di Hashimoto. Si manifesta soprattutto nel sesso femminile, con carattere di familiarità. Gli anticorpi che attaccano la tiroide, compromettono la produzione di ormoni tiroidei: si parla in questo caso l’ipotiroidismo. Diminuendo il livello di ormoni tiroidei nel sangue, l’ipofisi inizia allora a produrre un ormone stimolante (TSH) nel tentativo di compensare. Questo comporta un ingrossamento della tiroide e il cosiddetto “gozzo”.
La diagnosi precoce è difficile, in quanto la patologia si presenta spesso come asintomatica. Inoltre, la sintomatologia varia a seconda del paziente. Nelle prime fasi, può esservi talvolta un iperfunzione della tiroide (ipertiroidismo) che fa riscontrare sintomi quali debolezza, sonnolenza, depressione, sensibilità al freddo, stitichezza, ipercolesterolemia, aumento del flusso mestruale.
TIROIDITE AUTOIMMUNE ATROFICA
Anche in questa patologia, l’esordio è asintomatico. Anch’essa si manifesta con ipotiroidismo, ma il volume della tiroide resta invariato. Tra i sintomi si riscontrano insonnia, depressione, astenia, anemia, stitichezza, sensibilità al freddo, cute secca, fragilità dei capelli.
TIROIDITE SILENTE
Anche la cossiddetta tiroide silente si manifesta maggiormente nel sesso femminile. Si manifesta solitamente con febbre e tireotossicosi (tachicardia, ansia, tremore).
La diagnosi per la tiroide autoimmune avviene attraverso test ematici, valutando la presenza degli anticorpi anti- tiroide. I livelli di THS variano infatti sia a seconda dello stadio, sia da paziente a paziente. È consigliabile anche uno studio morfologico tramite esami ecografici, come ecografia o ecocolor, per valutare l’eventuale presenza di noduli. Nel caso di tiroidite di Hashimoto o tiroidite atrofica, si tenterà di ripristinare la normale funzionalità tiroidea. Questo avviene attraverso terapie ormonali sostitutive, per compensare la produzione di ormoni (nel caso di ipotiroidismo) o inibirne la produzione eccessiva (ipertiroidismo). La terapia, in ogni caso, è assolutamente individuale e stabilita da un medico endocrinologo.