Sono tante le domande che ancora non trovano risposta sul virus che nell’ultimo anno ha cambiato le nostre vite. Una cosa è però ormai chiara a tutti: i sintomi causati dall’infezione non sono uguali per tutti, tanto che ci sono addirittura persone che non manifestano nessun segno clinico dopo il contagio. Sono i cosiddetti asintomatici, i più “pericolosi” per la diffusione del virus. Non avendo nessun sintomo, rischiano di contagiare altre persone perché non sanno di essere infetti.
Oltre agli asintomatici, ci sono i cosiddetti paucisintomatici; chi sono?
Stiamo parlando delle persone che dopo il contagio evidenziano segni dell’infezione, ma i sintomi non sono così gravi da richiedere un trasferimento in ospedale. Si tratta quindi delle persone che possono curarsi a casa e la cui infezione non assume caratteri gravi o pericolosi.
I sintomi dei paucisintomatici
Una delle cose più importanti per evitare il diffondersi del Covid – 19 è riuscire ad essere in grado di riconoscere i sintomi in modo più tempestivo possibile. Le manifestazioni più evidenti del virus in questa tipologia di pazienti sono:
- Febbre sopra i 37,5 ° per molti giorni.
- Malessere generale e stanchezza.
- Dolori muscolari.
- Tosse secca lieve.
Come ben sappiamo si tratta di sintomi abbastanza comuni, riconducibili anche ad una normale influenza. Tra i sintomi meno frequenti, ma comunque diffusi, c’è anche la perdita dell’olfatto, del gusto e le manifestazioni di diarrea.
Quali sono quindi le differenze tra i sintomatici veri e propri e i paucisintomatici?
Secondo gli esperti, la differenza principale è l’assenza di problemi alle vie respiratorie; in pratica non c’è polmonite. La tosse secca è lieve e nel paziente non si innesca il processo di polmonite virale, quello che spesso porta al ricovero in ospedale. In questo ambito possono fare la differenza i saturimetri, ovvero gli apparecchi in grado di misurare l’ossigenazione del sangue e quindi di valutare l’andamento dell’infezione. I valori tra 95% e 100% non devono preoccupare, mentre al di sotto del 90% è bene prendere provvedimenti, perché significa che l’infezione sta peggiorando.
È importante ricordarsi che quando ci accorgiamo di manifestare i sintomi appena descritti non bisogna correre in ospedale. La prima cosa da fare è contattare il vostro medico di fiducia, spiegargli la vostra sintomatologia e seguire le sue istruzioni. Lui saprà valutare ogni caso specifico e saprà consigliarvi il da farsi, attivando la procedura per effettuare il tampone.
Cosa fare in attesa del tampone?
In attesa di capire se si è positivi al Covid- 19 è importante seguire alcune semplici regole: lavarsi spesso le mani, utilizzare asciugamani personali e diversi dalle persone con le quali conviviamo e indossare sempre la mascherina, anche in casa. Il consiglio è quello di trascorrere una sorta di quarantena nella vostra abitazione, restando in una stanza isolata dalle persone che convivono con voi.
La contagiosità dei pazienti paucisintomatici
Quando sono contagiosi i paucisintomatici? Queste persone possono essere molto contagiose, nonostante il manifestarsi di sintomi lievi. Secondo gli esperti, le persone paucisintomatiche sono contagiose soprattutto durante le prime fasi dell’infezione, in particolare nelle 48 ore prima di sviluppare i vari sintomi. Non è ancora chiaro quanto la presenza dei sintomi sia legata alla carica virale e dunque alla possibilità di contagiare gli atri.